SCAPEZZO di NICOLA VICIDOMINI (Roma - Febbraio 2015)


"Ringrazio i miei genitori che hanno speso un sacco di soldi per NON farmi studiare"
Nicola Vicidomini

Era da mesi che Caina attendeva questo momento: riuscire ad assistere a SCAPEZZO, la nuova creazione scenica di Nicola Vicidominiuno degli umoristi più folli e assurdi della scena italica contemporanea. 
Lo seguiamo da tempo, lo pediniamo sui social, ne attendiamo le sventagliate televisive: insomma da noi è di casa!

Capirete quindi la nostra incredibile gioia all'annuncio di una sua data romana.
Quello che segue è una nostra personale interpretazione dello show, un'analisi critica e ragionata dello spettacolo, del nostro disperato tentativo di raccontare SCAPEZZO: opera apparentemente disorganica ma invece lucidamente cinica e compatta.

Ecco a voi: Critica dello SCAPEZZO Puro ovvero l'imprevedibile virtù della fetenza.



Uno scenario disadorno, scarno e surreale ci accoglie a teatro: squallide buste di plastica appuntate a mo' di opere d'arte post-apocalittiche avvolgono gli spettatori. Caina si accomoda nella zona w.i.p. (weird important person), circondata da un parterre di grandissimo livello: siamo tutti davvero Troppo Giusti!!!



Un "piscatore" solitario appare in scena, canticchiando una suadente melodia, che farà da poetica colonna sonora di apertura e chiusura dello show: "sono io il tuo piscatore...sono io il tuo piscatore ..."


Ed ecco arrivare il protagonista di SCAPEZZO: uno squilibrato capellone meridionale, logorroico, sfaticato, sognatore, poeta e musicista, affascinante e insieme puzzolente, timido ma anche latin lover, che ci introdurrà nel suo strano mondo, tra ricordi d'infanzia, deliri surreali, e scenari di degrado contemporaneo.


Dalle stesse parole dell'attore: Scapezzo è“un excursus umoristico disadorno e senza alcun approdo, che contempla il fallimento come naturale e universale condizione”

Lo spettacolo è il racconto in prima persona del protagonista, dei suoi disperati tentativi di sfuggire al fallimento totale che sembra irrimediabilmente attenderlo al varco. 
Lo squallore è il suo pane quotidiano, la busta di plastica il suo orrido accessorio.


Traumatizzato a causa di un contesto familiare davvero troppo "rumoroso" (il nonno e i vicini rompiscatole gli impediranno di studiare per "cunseguire currettamente cuncors a cattedr...") il ragazzo si ritrova senza il "pezzo di carta" e col maleducato vizio dei versacci, con i quali, poeticamente, comunica le sue emozioni.


Sponsor dello spettacolo è un tale "Armando Georg": un mago millantatore disonesto, che da sempre utilizza i classici trucchi della manipolazione verbale, armato di megafono e semplici concetti ripetuti ad libitum: "Armando Georg, Armando Georg, Armando Georg, etc."


"Gli anni passano e non so cosa fare. Mi vesto come un zincaro. Sto tutto spuorco. A lavarmi non mi lavo. A fetare feto. A faticare non fatico. Mi sono detto: o faccio sport, o mi do all'Ammore. E mi sono dato all'AMMORE!"

E allora il protagonista escogita un piano per "tirare a campare": abbordare le "viecchie", specie quelle facoltose e possidenti e diventarne lo squallido Meridional Gigolò!


I suoi tentativi di approccio sono pietosi e prevedibili ...


... ma sembrano funzionare con tali signore di tarda età!


E da qua al sesso gerontofilo è un attimo ...


Ma il nostro eroe non ha tenuto conto che in ogni ambiente "lavorativo" esiste purtroppo la concorrenza ... e altri orribili ruffiani si mettono in coda per soddisfare la sua "viecchia".


E purtroppo la fedifraga lo farà "cornuto e mazziato", lasciandolo solo nel dolore, e nelle fauci della sconfitta totale.



Da qui il protagonista tenterà un incredibile percorso di risalita, di recupero della sua immonda condizione di destinato alla sconfitta: si inventerà prima musicista e poi seguace di un culto "uriendale" ...


... poi poeta, poi ballerino, anche regista (memorabile il suo blasfemo film "Pane Amore e Gesù Cristo")


 ... tenterà disperatamente un cambio di look ...


Ma quando la sconfitta sembrerebbe averla vinta definitivamente, il tanto vituperato sponsorizzatore dello show gli darà l'idea per un ultimo tentativo di riscossa, sempre più squallido e truffaldino.
Non stiamo a svelarvi altro, per non rovinarvi la sorpresa ...


Una menzione speciale a Sarò Zero (fantastico trasformista ai limiti del transgender) e Italo Vegliante (la Pantera Rosa del cinema italiano, genio del rumorismo vocale e del nonsense), insieme complici e avversari della disperata lotta di Vicidomini contro la diabolica sorte.


SCAPEZZO è un'opera umoristica a carattere iperreale, che non punta allo stomaco degli spettatori, bensì mira dritto al loro cervello tentandone lo spappolamento completo. 
Magicamente però, con la materia grigia ridotta a brandelli si avrà maggiore libertà nel decodificare l'opera, che assumerà una forma scientificamente compatta. 
In questo senso è davvero ottima la regia di Deborah M. Farina, essenziale e funzionale al progetto.

E prima, durante e dopo lo show ... risate da farvi male alla pancia e spappolarvi gli addominali!!!


A noi è chiara una cosa: da oggi abbiamo un nuovo pazzo capace di farci battere forte il cuore ... Nicola Vicidomini.

GIOIA E DISPERAZIONE!

E voi lettori, cosa aspettate? Alla prima occasione correte a vedere ... SCAPEZZO!!!
                                                     

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