L'Orrore Estremo Perpetrato: MEGALOMANIAC (Karim Ouelhaj - 2022)

Un viaggio attraverso l'oscura eredità filiale di un serial killer belga, noto come "Il Macellaio di Mons". Il film, partendo da delitti reali mai risolti, immagina una sinistra continuazione della storia, gettando lo sguardo su una famiglia terribilmente segnata dalle tenebre del passato. 

Il primo impatto con MEGALOMANIAC è un viaggio sconcertante attraverso l'odissea del parto. La scena iniziale si trasforma in un rito esoterico: una madre in preda a grida di dolore ricoperta di sangue. Non è una normale rappresentazione della nascita, ma il perpetrarsi di un orrore senza fine. Il parto diventa così un portale verso le tenebre, annunciando il tema centrale del film: il male ereditato. La violenza e la distorsione familiare saranno le guide implacabili di un racconto che si spinge oltre i confini del tradizionale horror.

Martha, la figlia del macellaio, e suo fratello Felix rappresentano le figure centrali di questa saga familiare delirante. Felix, in un atto di accettazione assoluta, abbraccia la brutale eredità paterna, mentre Martha vorrebbe forse spezzare il legame maligno, ma è costretta ad affrontare violenze e tormenti quotidiani che la segnano.


I figli del macellaio rappresentano dunque una "famiglia distorta" legata da un'eredità indicibile: diventano terreno fertile per la trasmissione del male attraverso le generazioni, creando una saga di orrore che si snoda lungo l'oscura eredità del "macellaio". Una doppia catena non si riesce a spezzare: quella tra padre e figlio, e quella tra fratello e sorella. I figli, intrappolati dunque in un mondo di violenza, incarnano la disfunzione familiare portata all'estremo, suggerendo che il male possa trasmettersi, come un oscuro fardello, proprio attraverso il sangue. 

Il film si distingue per una incredibile "Eleganza nella Brutalità", caratteristica distintiva del regista Karim Ouelhaj. La sua direzione, seppur improntata su immagini scioccanti ed estreme, mostra un'eleganza formale che conferisce al film una dimensione estetica unica. Ouelhaj fonde con maestria l'orrore viscerale con la raffinatezza, trasformando le sequenze di violenza in dipinti vividi e perturbanti. La gotica e decadente dimora della famiglia, contribuisce poi a creare un'atmosfera satura di mistero e terrore. La fotografia gioca con luci e ombre e aggiunge uno strato di complessità visiva, trasformando ogni inquadratura in una poesia macabra. Il contrasto dunque tra l'elegante presentazione visiva e la brutalità a tratti insostenibile degli eventi sottolinea una notevole maestria registica. Infine una colonna sonora post-industriale amplifica la tensione e l'atmosfera onirica dell'opera. Ouelhaj riesce a trasformare il materiale di base, ispirato a eventi reali (un serial killer belga mai catturato), in un'opera d'arte visiva che persiste a lungo nella memoria dello spettatore.

Ma il cuore di MEGALOMANIAC è la rappresentazione del maschilismo patriarcale interiorizzato che permea la psiche dei personaggi principali. Martha, la figlia del macellaio, diventa la manifestazione di questa oscura eredità: vittima ma, allo stesso tempo, continuatrice di un sistema perverso. Il film esplora in modo audace come la violenza e il dominio maschile si radichino profondamente nell'identità di Martha, modellandone la percezione di sé e del mondo. La sua esperienza di violenza sul luogo di lavoro e gli incubi vividi che la tormentano in famiglia diventano il riflesso di un contesto sociale in cui il patriarcato perpetua un ciclo di eterna sopraffazione. 

La figura di Felix, il figlio del macellaio, rappresenta l'esternalizzazione di questo maschilismo distorto, consegnando a Martha vittime da tormentare. La relazione tra i due è viscerale e insieme terribilmente perversa: il maschilismo si intreccia con l'incesto. L'oscura ombra del passato si proietta così sul presente, mettendo in luce la complessità delle dinamiche familiari e sociali che alimentano un infinito ciclo di abusi. In questo modo, un horror estremo diviene una lucida denuncia di come il maschilismo patriarcale più orribile si insinui nei meandri dell'anima umana, generando un terreno fertile per la perpetuazione del male.

MEGALOMANIAC è un film incredibilmente sul pezzo: ogni giorno si leggono terribili notizie di violenza sulle donne: uccise, stuprate, sfregiate, dilaniate. L'opera si configura come una potente riflessione proprio sul persistente terribile femminicidio quotidiano. Martha si trova intrappolata in un ciclo di abusi che si rispecchia nella realtà quotidiana di molte altre donne. Il film descrive in maniera perfetta l'incapacità di spezzare questa catena di violenza, mostrando come le vittime, nonostante i tentativi di ribellione, siano spesso intrappolate in un sistema che le opprime senza scampo. La brutalità inflitta a Martha sia sul luogo di lavoro che nella sua sfera familiare simboleggia le molteplici sfaccettature di questo martirio. La sua incapacità a denunciare o di sfuggire a questa violenza mette dunque il dito nella piaga: a chi dovrebbe denunciare i suoi abusi la ragazza? Al suo datore di lavoro, vigliacco testimone silente? Alla sua assistente sociale, incapace di capire alcunché? Martha è sola, e non può che rivolgersi a Felix, suo fratello e unico terribile riferimento. E le conseguenze saranno sanguinose.

MEGALOMANIAC, un film horror durissimo a tratti insostenibile, si fa dunque crudo specchio di un enorme problema della società contemporanea, invitandoci a esaminare da vicino le catene invisibili che ancora legano molte donne ai loro aguzzini, in un mondo dove la lotta per la loro liberazione è tutt'altro che conclusa. E' solo iniziata.

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