Trama: Pier Paolo Pasolini è in Francia a presentare il suo ultimo e ancora inedito film,
Salò. Scorrono immagini fortissime, anche per gli scafati critici transalpini. Tornato in Italia, seguiamo il suo ultimo giorno di vita: la tranquilla e un pò borghese vita familiare, le apocalittiche interviste alla stampa, il sereno rapporto con gli amici, il sano svago di una partita di calcio. Tutto ciò intervallato da schegge visive provenienti direttamente dal cervello del regista: le pagine del suo inedito potentissimo libro,
Petrolio, e le scene della sua nuova sceneggiatura, quel
Porno-Teo-Kolossal che non realizzerà mai. Poi arriva la sera, e l'uomo ha appetito: di cibo e di sesso.
La città di Roma lo sfamerà ampiamente, tragicamente. Dei balordi, probabilmente d'accordo col "ragazzo di vita" di una sera, lo uccideranno, con molta incoscienza, ma senza nessuna pietà .
Secondo noi: Elegante, intenso, sorprendente. Abel Ferrara ci regala un film inclassificabile: nè biografia ma neppure totalmente fiction, il film ci conduce letteralmente nella mente di Pasolini, dalla quale scrutiamo sia la sua realtà dell'epoca che i suoi ultimi incredibili progetti. La fantastica mimesi attoriale che ci regala Willem Dafoe (che in molte scene recita addirittura in italiano) ci aiuta forse nell'arduo compito: il film deve essere visto come una sorta di sperimentale mix biografico-letterario, come poteva essere solo
Il Pasto Nudo di Cronenberg. Ma il film vive anche di bellissime idee sceniche, portate sullo schermo da una magnifica fotografia: valgano su tutte la trasformazione di Roma Termini nella squallida 42esima strada di New York (poster di Lou Reed ovunque), e la paradisiaca scena sulla scalinata di via Cavour, quando Ninetto Davoli osserva la Terra vista da lontano (Pasolini avrebbe sicuramente stretto la mano a Ferrara per tali momenti di poesia). E poi ancora l'uso straniante delle musiche e la spudorata trasposizione filmica del complicatissimo
Petrolio, il libro postumo del poeta, un vero e proprio testamento spirituale.
E il trash? Ci stà , ci stà . Ma è totally Pasolini style. Su tutto la delirante scena dell'orgia tra froci e lesbiche ("Cazzo Cazzo Vaffanculo!!! Figa Figa Vaffanculo!!!"). Seguono a ruota: il risveglio di Epifanio e Nunzio nei sobborghi romani e le apparizioni di una svalvolata ma assolutamente credibile Laura Betti.
E poi il finale, che sebbene prenda chiaramente posizione verso una possibile "verità " dei fatti, in realtà rende questa ultima ininfluente alla Storia. Il fatto certo è che Pier Paolo Pasolini è stato ucciso, il dramma si è compiuto. E l'assenza delle sue acute "visioni" è stata devastante per il nostro moribondo paese.
Voto: OTTIMO (4 su 5)
P.S.
Sullo scorrere dei titoli di coda del film sarebbe stato perfetto ascoltare
Piazza dei Cinquecento degli
IANVA, probabilmente la più bella canzone italiana mai dedicata a Pasolini.
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