BLOOD ON MELIES' MOON (Luigi Cozzi - Italia 2016)



Trama: Al regista Luigi Cozzi in persona giunge per vie traverse un liberculo stravagante, L'Univers Vagabond, che pare possa aprire passaggi trasversali tra universi paralleli! Il nostro prima sottostima la portata dell'evento (preoccupato nel far quadrare i conti del suo negozio Profondo Rosso), ma poi quando le morti si susseguono e personaggi stravaganti si inseriscono nella vicenda, Cozzi si consulta coi suoi amici e parenti e prende finalmente una decisione: partire per Parigi e salvare il mondo! Ma perché proprio nella capitale francese? Perché il fulcro della vicenda pare ruotare intorno ai personaggi che inventarono il cinematografo, e di "riflesso" al concetto di "lanterna magica" e di proiezione delle immagini (quando entra in gioco l'enigmatico Aureo Silvestre e il libro Dove con la Luce si cancella la Luce). Ma il viaggio, pieno di sorprese, lo condurrà ben oltre la Francia e ai confini del nostro sistema solare (con una tappa ad Ascoli Piceno!!!). Tutto chiaro, no???




Secondo noi: Commovente. Ecco la parola che ci è rimasta stampata in testa uscendo dalla sala dopo le 2 ore e passa di visione in apertura del FantaFestival 2016. Luigi Cozzi, persona simpaticissima e disponibilissima, torna a girare un film dopo più di 20 anni e dimostra la freschezza di un pischello insieme a una profonda esperienza e conoscenza dei meccanismi del fantastico. Il regista coinvolge nel folle progetto tutti i suoi amici più stretti (Dario Argento, Antonio Tentori, Lamberto Bava, Manlio Gomarasca, etc.) realizzando un curioso ibrido filmico che oscilla tra la fantascienza più onirica e il documentario amatoriale.


Utilizzando fonti eterogenee (videocamera, telecamere di servizio, filmini delle vacanze, immagini di repertorio, estratti dei suoi film precedenti, clips dai film di Melies, etc.) e ispirazioni arditissime (i concetti filosofici sulle "immagini che ci guardano") Cozzi realizza un fantasmagorico e divertentissimo "viaggio organizzato", dedicato a tutti i suoi fan, che da uno scantinato di quartiere Prati a Roma (il "Museo degli orrori di Dario Argento") ci porterà nell'ignoto spazio profondo e forse in altri universi a noi tuttora sconosciuti. E se le divertenti scene in famiglia paiono pagar debito agli episodi di Casa Vianello, nel finale "quando i mondi si scontrano" non può non venire in mente il Von Trier di Melancholia. 


La scena chiave dell'opera, e insieme la via per decifrare la poetica del regista, risiede forse in un incubo notturno che assilla il protagonista: un critico spietato lo insulta e lo accusa di essere l'Ed Wood italiano. A una iniziale sofferenza, subentra quasi un orgoglio nell'esser paragonato a tale personaggio leggendario, con la speranza che un giorno "un regista come Tim Burton possa fare un film dedicato a me". E se non arriva nessuno? Me lo faccio da solo! Ecco quindi cosa è Blood on Melies' Moon: un film di Cozzi dedicato a se stesso, carico di ironia e insieme di profondo amore per il cinema fantastico. A noi non resta che infilare la tuta spaziale e ripartire insieme a Luigi per un nuovo "Voyage à travers l'impossible".


 Voto: Ottimo e Abbondante (4 su 5)

Trailer:



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