FRANCO CITTI: L'ULTIMA INTERVISTA (Phuket - 2010)


"Franco tu sei Accattone, e lo sai. Gli altri sono degli accattoni e non lo sanno."
Carmelo Bene


E' l'estate del 2010. Non chiedeteci il perché, ma Caina sta vivendo una leggendaria vacanza bestiale a Phuket, nota isola tailandese del peccato. Siccome "che è la fame? Un vizio!" e in fondo "er mondo è de chi cià li denti", ci permettiamo, tra le altre trasgressioni, anche delle grandiose magnate a base di spaghetti pad thai, pescioni, involtini e mega-aragoste asiatiche! Ma "nui vulimm a pizza". Detto fatto: scoviamo una graziosa pizzeria sul lungomare di Patong Beach. Entrati dentro, con grande stupore, ci sentiamo subito a nostro agio: il cinema italiano ci avvolge!


Ma è sopratutto una parete ad attirare la nostra attenzione. Scusate un po, ma quello non è Franco Citti?


Essì cari lettori, è proprio lui. E si è "acchittato" pure un bel tramezzo pieno di ricordi: da una parte una bellissima foto di famiglia con i fratelli Sergio e Adriana.


Dall'altra uno scatto di scena sul set de IL PADRINO, e sopratutto una foto dei suoi beniamini sportivi, i calciatori del suo unico grande amore: la AS ROMA!


Chiediamo spiegazioni al pizzaiolo: "Si ragazzi, Franco Citti sta proprio qui, a Phuket; spesso viene a mangiare due bucatini da noi; le foto le ha portate e attaccate lui; lo trovate ogni giorno sulla spiaggia, ma state attenti, non ama essere disturbato"

Per tutta la notte una sola idea fissa: come attirare l'attenzione di Franco? Quello ha vissuto "una vita violenta", fatta di "storie scellerate de fratelli e de cortelli". C'è da stare molto attenti ...
All'alba la soluzione: faremo indossare a una nostra esca la maglietta della AS ROMA. Speriamo che Citti abbocchi. Il giorno dopo è tutto uno scorazzare su e giù per la spiaggia. Tentiamo anche la carta disperata dello scritte sul bagnasciuga.


Stiamo per perdere la speranza, ma all'improvviso ci sentiamo chiamare da un gruppetto di persone che sta ai margini della riva. BINGOOO!!!
Lo riconosciamo subito! Benché invecchiato, il suo viso è indimenticabile: stravaccato sotto all'ombrellone, Franco Citti ha riconosciuto la maglietta della Roma e ci fa segno di avvicinarci.


Lo strambo gruppetto è formato da un calabrese-torinese in cerca di relax e da un soggettone romagnolo, secco secco e pieno di tatuaggi. C’e anche una bella signora thai, sempre sorridente.
Ma sopratutto c'è lui. Franco Citti. Il mitico ACCATTONE immortalato per sempre dal film di Pier Paolo Pasolini. Avvicinarsi a lui, stringergli la mano, guardarlo negli occhi ci regala un brivido che ricorderemo per sempre.

L'occasione è troppo ghiotta per non tentare una insperata intervista a uno dei nostri attori preferiti, ma ben presto la dura realtà tenta di spegnere i nostri ardori: Citti è semi-paralizzato e non riesce a parlare molto bene. Si esprime gesticolando e usa sopratutto le espressioni facciali. Ma la cosa per uno come lui non è poi così invalidante come potrebbe sembrare: il suo viso e i suoi occhi sono capaci di dire molto più delle semplici parole. Quella che segue è quindi davvero una assurda, emozionata e insperata intervista, che vi presentiamo in esclusiva mondiale assoluta.


Caina: "Ciao Franco, siamo davvero molto emozionati ad averti davanti a noi. Su questa spiaggia dei mari dell'est nessuno immagina di stare a prendere il sole insieme a uno degli attori più carismatici mai visti in Italia."

Citti: ci manda dei baci, quasi si commuove, forse in quel luogo frequentato sopratutto da viveur nessuno lo aveva mai riconosciuto. Si ringalluzzisce, fa segno agli altri di ascoltarci mentre scioriniamo i titoli dei suoi film più importanti. E' contento, orgoglioso, quasi raggiante. Ha trovato dei suoi fan sfegatati. Anche per lui deve essere una cosa incredibile!


Caina: "A Frà ma dicci la verità ... ma quante donne hai avuto in vita tua?"

Citti: fa un sorriso sornione, e muove la mano verso l'alto facendo ampi gesti come per dire che sarebbe stato impossibile tenere il conto; a un tratto però si ferma, diventa serio e ci fa capire che a Roma c'era solo uno più forte di lui in quanto a conquiste femminili; traccia per terra una M ...

Caina: "Adesso vogliamo davvero scoprire chi è che è stato più forte di te."

Citti: scuote la testa, vuole dire che sì, lui ha avuto un gran numero di donne, ma mai come quell’altro, che su questo fronte doveva essere una cosa da non credere, praticamente irraggiungibile; ma non riesce a farsi capire e si spazientisce ...

Noi tutti, compresi il calabrese e il romagnolo, cerchiamo di interpretare i suoi gesti: spariamo un sacco di nomi di vitelloni di quell’epoca. E lui no, no, no. E poi dopo molti minuti finalmente il nome giusto: Marcello!!! E Citti esulta come se avesse fatto gol la ROMA ...


Caina: "Si d'accordo ma in Italia i meglio però eravate tu, Pasolini e Carmelo Bene."

Citti: ci manda un bacio, chiudendo gli occhi. Fa il segno di OK! Abbiamo colto nel segno.

Caina: "Senti un po, ma Pier Paolo era davvero così bravo a giocare a pallone?"

Citti: sorride, sogghigna; muove la mano facendone oscillare il palmo; Pasolini era bravino, correva tanto ma col pallone tra i piedi faceva disastri!

Caina: "Ma come andò quella serata infame? Come lo abbiamo perduto?"

Citti: diventa serio, scuro in volto; apre la mano e stende le dita; erano in 5 quella sera, gli hanno teso un tranello e poi lo hanno massacrato; scorgiamo quasi una lacrima scendere dai suoi occhi.

Caina: "Vabbè lasciamo perdere, cambiamo discorso ... ma che ci fai qui? Ti vediamo sistemato bene."

Citti: torna a sorridere; ci indica la donna che sta sempre al suo fianco; poi mima un aereo in volo.

Capiamo subito: a Phuket sta davvero bene, il clima è perfetto, e la donna al suo fianco è praticamente una badante che con molta dignità si sta prendendo cura di lui. Con la pensione Citti in Italia non arriverebbe probabilmente alla fine del mese, qui in Thailandia ha un appartamento dignitoso con l’aria condizionata e la TV satellitare per vedere le partite della Roma, la sera mangia al ristorante e sta ogni santo giorno rilassato in spiaggia.

Caina: "Certo che in fatto di donne hai sempre mantenuto un buon gusto ... che bella badante che ti sei trovato!"

Citti: avvicina la mano all'orecchio facendo finta di non aver sentito; a un tratto diventa serio, fa lo sguardo cattivo.

Lo abbiamo fatto ingelosire ... e mo come ne usciamo vivi?! Citti ci vede impauriti e si mette a ridere. Stava scherzando. Incredibile: è riuscito a metterci paura anche nelle sue condizioni ...

Caina: "Franco, questo qui seduto accanto a te è un grande collezionista di film. Ama sopratutto i tuoi ruoli in INGRID SULLA STRADA e in TUNNEL EROINA, due film poco noti."


Citti: muove la mano in su, come a dire "alti livelli"; chiude gli occhi forse ricordando quei ruoli che lo hanno reso leggenda. La sua mente vaga nello spazio e nel tempo, ripercorrendo la sua fantastica filmografia.

Ma lo stiamo affaticando, le emozioni evidentemente sono davvero forti. Lo salutiamo con affetto, ci allontaniamo col cuore in gola. Abbiamo incontrato un Mito. Gli abbiamo parlato. Ci ha commosso e si è commosso a sua volta. Abbiamo anche scherzato insieme. Adesso ognuno torna al suo destino.

Ciao Franco, a noi piace ricordarti così.



Un saluto a Marco B. e Michele M. fantastici compagni d'avventura


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