NELLA MIA PELLE (Marina de Van - Francia 2002)


Trama: Esther ha un buon lavoro, un bel fidanzato che la ama, una grande amica a cui appoggiarsi. Una sera a una festa ha un incidente e si ferisce abbastanza gravemente alla gamba destra. Invece di correre al pronto soccorso, preferisce contemplare le carni squarciate e il sangue sgorgante. Da questo momento partirà il viaggio della donna negli abissi della follia umana, rincorrendo una pulsione ossessiva per le mutilazioni e per una assurda autofagia. Perderà amici, amante e lavoro. Ma forse troverà finalmente se stessa.



Secondo noi: La folgorante opera prima di una regista di cui sentiremo molto parlare, Marina de Van, che dirige se stessa in questa performance raggelante e a tratti insostenibile. Ma non si tratta di un film horror: pochi dettagli sono forniti allo spettatore, che invece è costretto a contemplare l'incredibile piacere che il volto della protagonista esprime durante le sessioni di autotortura estrema. La perversa ossessione di Esther però non è una via per l'autodistruzione, bensì per una riappropriazione assoluta del proprio corpo. Esemplare in questo caso la stupenda scena del ristorante: in deliro, Esther vede il suo braccio destro "staccato" dal corpo, e l'unico modo che ha per riappropriarsene è quello di assaltarlo all'arma bianca, davanti agli increduli colleghi di lavoro. Dalla Francia con chirurgico furore.



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